Il mondo della luna, Verona, Ramanzini, 1750 (Vicenza)

 ATTO TERZO
 
 SCENA PRIMA
 
 Camera in casa di Ecclitico con tre sedie.
 
 LISETTA con paggi
 
 LISETTA
1160Olà paggi, staffieri,
 camerieri, braccieri,
 datemi da sedere. Arricordatevi
 ch’io son la monarchessa.
 Vogl’esser obbedita e rispettata
1165e se farete ben, vi sarò grata.
 Sopra tutto avvertite
 di nulla riportarmi
 di quel che fa il mio sposo.
 E null’a lui mai riportar di me,
1170mentre ognuno di noi pensa per sé.
 Avete a dormir poco;
 avete a mangiar freddo
 e nell’ore dell’ozio
 vuo’ che l’astrologia tutti studiate,
1175acciò saper possiate
 quello che far vi tocca,
 senza che a commandarvi apra la bocca.
 Se qualchedun sospira
 per le bellezze mie, ditelo in modo
1180di non farmi arrossir. Se la fortuna
 aiutar vi vorrà con delle mancie,
 un occhio serrerò
 né la vostra fortuna impedirò.
 Ma che vedo? Son qui le mie padrone?
1185Che padrone? Son io la maestà;
 mi metterò in contegno e gravità.
 
 SCENA II
 
 FLAMINIA, CLARICE e detta
 
 FLAMINIA
 (Divertiamoci un poco). (A Clarice)
 CLARICE
                                                (È tanto sciocca
 che il sognato piacer si gode in pace).
 FLAMINIA
 (Facilmente si crede a quel che piace).
 LISETTA
1190(Che dicono? Che fanno?
 All’uso feminil mormoreranno).
 FLAMINIA
 Signora, mi consolo
 della vostra fortuna.
 LISETTA
                                       Vi ringrazio.
 CLARICE
 Me ne consolo anch’io.
1195Viva vostra maestà.
 LISETTA
                                       Ragazze, addio.
 FLAMINIA
 Si ricorda, signora,
 quand’era nostra serva?
 LISETTA
                                               State zitta.
 Del nostro primo mondo mi scordai,
 come se non ci fossi stata mai.
 CLARICE
1200Quest’è l’uso comune;
 chi sorte ha migliorato
 non si ricorda più del primo stato.
 LISETTA
 Come vi piace il mondo della luna?
 FLAMINIA
 È bello, è bello assai.
 LISETTA
                                        Sediamo un poco.
 CLARICE
1205Lei ci fa tropp’onore.
 LISETTA
 Sì sì, vi voglio far questo favore.
 FLAMINIA
 (È ridicola invero).
 CLARICE
                                      (Io me la godo).
 Mi favorisca, lei
 è provveduta ancor de’ cicisbei?
 LISETTA
1210Oh che diamine dite?
 Oggi ho preso marito.
 CLARICE
                                           In questo mondo,
 per quel che m’hanno detto,
 insegna della luna il galateo
 essere posto in uso il cicisbeo.
 FLAMINIA
1215Quest’è comune usanza;
 e saria il non averlo una increanza.
 LISETTA
 Ma il marito?
 CLARICE
                            Il marito,
 fra i lunatici umori il più corrente,
 tacerà, soffrirà, non dirà niente.
 FLAMINIA
1220Il lunar cicisbeo
 pria che siate levata
 verrà a bever da voi la ciocolata.
 LISETTA
 E il marito?
 CLARICE
                         E il marito
 col medesimo gioco
1225andrà a beverla anch’egli in altro loco.
 LISETTA
 Ma io che son novella
 trovarmi non saprei
 di questi cicisbei.
 CLARICE
                                   Fate così.
 Ditelo al vostro sposo.
1230Un marito amoroso
 alla moglie prudente
 trova egli stesso il cavalier servente.
 
    Un parigin che serva
 per mera civiltà
1235col suo servir conserva
 le leggi d’onestà.
 Guardatevi da quelli
 che voglion comandar.
 Già so che m’intendete
1240né voglio mormorar.
 
    Vi basti un solo laccio
 ch’è quel del vostro sposo.
 Fuggite il duro impaccio
 d’un cicisbeo geloso.
1245Se docile è il servente,
 si puole sopportar.
 Ma quando è impertinente,
 si manda a far squartar.
 
 SCENA III
 
 FLAMINIA e LISETTA
 
 FLAMINIA
 Possibile, o Lisetta,
1250che ti lasci acciecar dall’ambizione?
 E non vedi che questa è una illusione?
 LISETTA
 Olà, come parlate? (Si alza)
 FLAMINIA
 Si fan delle risate
 a causa della tua sciocca credenza.
 LISETTA
1255Cos’è questa insolenza?
 Lo so che per invidia voi parlate.
 Io sono imperatrice e voi creppate.
 FLAMINIA
 Tu sei pazza...
 LISETTA
                             Tacete.
 FLAMINIA
 Lo vedrai...
 LISETTA
                        Non v’ascolto.
 FLAMINIA
1260Cecco è l’imperator.
 LISETTA
                                       No, non è vero.
 FLAMINIA
 Il lunatico impero
 terminerà in fischiate.
 LISETTA
 Io sono imperatrice e voi crepate.
 FLAMINIA
 
    Ritorna sì ritorna
1265al primo tuo sentiero,
 lascia dal cor l’impero,
 la cura di regnar.
 
    Se la ragion al trono
 son le maggior tue pene,
1270abbandonar conviene
 né devi suspirar.
 
 SCENA IV
 
 LISETTA sola
 
 LISETTA
 Oh guardate, garbata signorina!
 Con me, che son regina e monarchessa,
 voler venir a far la dottoressa?
1275Ma purtroppo è così. Quando si dona
 a certa gente bassa
 un po’ di confidenza
 convien sempre temer qualche insolenza.
 E poi e poi l’invidia
1280è il vizio che a costoro il cor martella.
 Or di questa, or di quella
 si mormora da loro a più non posso
 e si taglian agli altri i panni adosso.
 
    Quando si trovano
1285le basse femmine,
 dicono, parlano
 sempre così.
 
    «Ehi non sapete?
 Nina l’ha fatta».
1290«Che cosa dite?»
 «Lilla fuggì».
 
    Le triste femmine
 sono così.
 
    Ma di quel numero
1295io non vogl’essere.
 Son fatta nobile
 e il basso spirito
 da me svanì.
 
 SCENA V
 
 Atrio con trono.
 
 ECCLITICO, BONAFEDE, CECCO da imperatore, ERNESTO e seguito di cavalieri e servi
 
 CECCO
 Uomo sublunare,
1300in questo nostro mondo
 le figlie, quando sono da marito,
 si maritano tosto e non si aspetta,
 come talor nel vostro mondo usate,
 che le femmine sian quasi invecchiate.
 BUONAFEDE
1305Eh signor, le mie figlie
 son pure ed innocenti.
 CECCO
                                            E pur si dice
 che le femmine vostre
 nascon laggiù colla malizia in corpo.
 ECCLITICO
 È vero, dite bene,
1310appena una ragazza sa parlare
 principia a ricercare
 cosa vuol dir sta cosa e poi quest’altra;
 e con il praticar diventa scaltra.
 Le fanciulle alla moda
1315sanno dove che il diavolo ha la coda.
 BUONAFEDE
 Ma Flaminia non sa, non sa Clarice
 distinguer dalla rapa la radice.
 CECCO
 Orsù, se queste figlie
 hanno da star quassù,
1320maritarle conviene,
 altrimenti così non stanno bene.
 BUONAFEDE
 Io mi rimetto a quello che farà
 vostra più che lunare maestà.
 ECCLITICO
 Ecco viene Flaminia, ecco Clarice,
1325corteggiando la nostra imperatrice.
 
 SCENA ULTIMA
 
 Tutti
 
 LISETTA
 Brave, brave, ragazze, mi piacete,
 se voi mi servirete,
 la mancia vi darò
 e quanto prima vi mariterò.
 CECCO
1330Sposa, venite in trono,
 se vostro sposo io sono,
 vuo’ che siam promotori e testimoni
 di due altri felici matrimoni. (Va in trono con Lisetta)
 Espero, a voi destino (Ad Ernesto)
1335Flaminia per consorte.
 La prenderete voi?
 ERNESTO
                                      Sì, mio signore,
 lieto la sposerò con tutto il core.
 CECCO
 E voi, Flaminia bella,
 siete di ciò contenta?
 FLAMINIA
                                         Contentissima.
 ERNESTO
1340Sposa mia dilettissima.
 FLAMINIA
 Adorato consorte.
 A DUE
 Oh felice momento! Oh lieta sorte!
 ERNESTO
 
    Cara, ti stringo al seno.
 
 FLAMINIA
 
 Caro, già tu sei mio.
 
 A DUE
 
1345Oh che contento, oh dio!
 Ah che mi balza in petto
 tutto brillante il cor.
 
 BUONAFEDE
 Oh figlia, oh sangue mio,
 nel vederti gioir giubilo anch’io.
 CECCO
1350Ecclitico, a voi tocca
 render lieta e felice
 con i vostri sponsali anco Clarice.
 ECCLITICO
 Eccomi, pronto io sono
 e della destra sua sospiro il dono.
 CECCO
1355Clarice il prenderete?
 CLARICE
                                           E perché no?
 Anzi con tutto il cor lo prenderò.
 ECCLITICO
 Ecco la mano.
 CLARICE
                            E con la mano il core.
 A DUE
 Oh felice fortuna! Oh lieto amore!
 ECCLITICO
 
    Sposina mia cara.
 
 CLARICE
 
1360Sposino diletto.
 
 ECCLITICO
 
 Mi sento nel petto
 il core balzar.
 
 CLARICE
 
    La gioia, l’affetto
 mi fa giubilar.
 
 A DUE
 
1365   Oimè che contento!
 Oimè cosa sento?
 Non posso più star.
 
 BUONAFEDE
 Cara la mia figliuola,
 il vederti contenta mi consola.
 CECCO
1370Bonafede, che dite?
 Siete di ciò contento?
 BUONAFEDE
                                          Anzi ho piacere
 che sian le mie figliuole maritate.
 CECCO
 Voi stesso l’approvate?
 BUONAFEDE
                                            Signorsì...
 CECCO
 Quando dunque è così,
1375per maggior sussistenza
 del loro matrimonio,
 acciò non si rendesse un giorno vano,
 congiungetele voi di vostra mano.
 BUONAFEDE
 Sì signor, dite bene;
1380questa funzione al genitor conviene.
 
    Qua la mano, qua la mano. (A Flaminia ed Ernesto)
 Qua la mano, qua la mano, (Ad Ecclitico e Clarice)
 vi congiungo e sposi siete.
 State uniti, se potete;
1385fra voialtri non gridate
 e al dovere non mancate
 della vostra fedeltà.
 
 CECCO
 Orsù tutto è finito. (S’alza)
 Son fatti i matrimoni.
1390Bonafede è contento.
 Voi siete soddisfatti.
 Ognun vada a goder la sua fortuna
 e bisogno non v’è più d’altra luna.
 ECCLITICO
 Sì sì, voi dite bene.
1395Or che siam maritati,
 or ch’è ognuno di noi lieto e giocondo,
 tornar tutti potiam al nostro mondo.
 ERNESTO
 Al mondo ritorniamo
 e grazie a Bonafede noi rendiamo.
 BUONAFEDE
1400Come? Che cosa dite?
 Intendervi non so.
 CECCO
 Meglio dunque con voi mi spiegherò.
 TUTTI
 
    Questo è quello che succede
 a chi vuol cambiar fortuna;
1405tutto spera e tutto crede
 nelle stelle e nella luna;
 ma alla fin si pentirà
 chi lunatico sarà.
 
 Fine del dramma